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Categoria: Bollettini Parrocchiali
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Quando fu l’ora Gesù prese posto a tavola con gli apostoli e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pa­squa con voi, prima della mia passione”.

Cristo soffre con noi

Le ultime ventiquattro ore di Cristo nella vita terrena sono un con­centrato di lancinanti sofferenze. Ci sono quelle fisiche, per le inau­dite violenze inflittegli prima e durante la crocifissione. Ci sono quelle morali, legate al tradimento, all’abbandono, alla solitudine provata dall’orto del Getsemani al Golgota. Ci sono quelle interiori, perché Egli va al supplizio come fragile uomo, con angosce e paure, nonostante una fede gigante, ma scossa dall’impressione di essere abbandonato persino da Dio. C’è infine la responsabilità di prendere sulle proprie spalle il peso della salvezza del mondo, che necessita di una coerenza assoluta, perché i suoi discorsi sul perdono e sull’amore non siano soltanto belle parole ma corrispondano a scelte reali e possibili.

Gesù fino a poche ore prima può fuggire, andare lontano, o affron­tare il processo sconfessando la verità. È invece Lui a  firmare la pro­pria condanna ammettendo di essere Figlio di Dio.

Ora Dio conosce l'intera gamma delle sofferenze umane, perché le ha vissute sulle propria pelle. Questo ci rincuora e ci consola, anche nelle notti più buie. Egli può capire i momenti più difficili della nostra vita, quando la disperazione ci porta allo stremo delle forze e ci sembra scompaia ogni via d'uscita. Nel terribile silenzio dell’attesa ci sussurra ancora parole di vita: niente è perduto per sempre.   

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UN’ANIMA TRISTE FINO ALLA MORTE

Ci sono notti, Signore, nella nostra vita,

in cui la sofferenza sembra insormontabile.

Un dolore lancinante, la sensazione di impotenza,

il crollo della speranza.

Imprigionati da catene invisibili, consegnati da mali incurabili,

arrestati nella nostra voglia di vivere.

Non importa più chi sia il colpevole.

Resta soltanto l’amarezza dello schiaffo, il senso del tradimento,

la privazione di ciò per cui siamo vissuti.

Con le ultime forze investiamo Dio delle nostre angosce,

supplicando: «Passi da me questo calice di dolore»

o urlando di disperazione: «Perché mi hai abbandonato?».

Tu hai provato tutto questo all’ennesima potenza,

concentrato nelle ore più lunghe e tormentate della tua vita.

In più sentivi il peso di una cocente ingiustizia

e la preoccupazione angosciante di sciupare con l’infedeltà il tuo sacrificio.

Ma hai concluso il tuo percorso abbandonandoti a Lui.

Per questo ora ci comprendi ancor di più

e ci tendi la mano fino all’alba.

«Coraggio. Salta con me. E sarà Pasqua».

 

VANGELO VIVO

Per spiegare la Shoah il professor Diego Baroncini ha chiesto ai ra­gazzi l’autorizzazione per fare un esperimento. È entrato in classe e ha detto: «Chi non è di Ravenna si metta da questa parte». «Ma dai prof, è serio?». Metà si sono spostati. «E ora toglietevi orologi, braccialetti, collanine e appoggiatele sul banco. Chi ha gli occhiali, via anche quelli». «Ma non ci vediamo!». «È così. Le cinture anche. E le scarpe, non vi servono più. Ragazze, tiratevi indietro i capelli, nascondeteli come se non li aveste più». Qualcuno sogghigna, ma tra i ravennati qualcuno bisbiglia: «Ma dai, perché?». Quelli che non sono nati a Ravenna sono spostati verso gli spifferi delle fine­stre, gli altri possono stare al caldo dei termosifoni. Il prof si ferma. «Chi ha capito?». Tutti han capito: «È quello che hanno provato gli Ebrei».   

BUONA DOMENICA E BUONA SETTIMANA SANTA.

Don Luigi

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Segue un po' di MATERIALE DALLA DIOCESI per la Domenica delle PALME e la SETTIMANA SANTA

 

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